martedì 17 ottobre 2006

MacChild


Il lettore mi perdonerà se parlerò di me, almeno spero. Non è cosa molto elegante, ne sono consapevole, ma trattandosi di quella che si può considerare una disavventura professionale, oserò sfidare il bon ton.
Mi ritrovo ad essere da ormai più di un anno il responsabile del locale Presìdio del Libro. L’associazione vive di contributi regionali, pochi in verità, e per far quadrare i magri bilanci bisogna spaccare il capello; così, visto che la comunicazione è il mio mestiere, i manifesti che annunciano le manifestazioni li impagino io, gratis.
Per l’incontro con Achille Rossi ho scelto di inserire sul manifesto un’immagine trovata su Internet di un bambino soprappeso con un curioso copricapo di patatine fritte e bavaglino McDonald’s.
L’incontro in questione aveva per tema le distorsioni del mercato e la generazione d’infelicità che provocano. Quel bambino così conciato mi appariva una perfetta icona di questa nostra modernità: un’infanzia violata da un consumismo insensato che riversa a fiumi grassi insaturi nelle vene dei nostri bambini condannandoli ad un futuro di obesità, di diete frustranti, di interi pomeriggi passati davanti alla tv, di spostamenti in macchina anche per tratti di poche centinaia di metri e di inutili quanto costose sedute in palestra.
La sorte ha voluto che mi ritrovassi accanto ad una plancia, proprio mentre il manifesto vi veniva affisso. Accanto a me una coppia di ventenni. “Che bello, come mi piace” dice lei (e io mi rallegro). “Ma parli del bambino o dei McDonald’s?” fa lui. “Tutti e due: mi piacciono i bambini così cicciotti e mi piacciono gli hamburger”.

Vabbè, i gusti sono gusti. La ciccia può piacere e anch’io ho mangiato hamburger. Ma quel bambino così conciato e trasformato in un’icona di quest’eterno carnevale dell’anima che chiamiamo modernità, santo cielo!, come si fa a non vederlo? A provare compassione per noi e per quello che ci stiamo facendo?
Avei dovuto saperlo: la pubblicità lava tutto più bianco. Omologazione significa anche che qualunque messaggio venga veicolato appare comunque positivo. La “riabilitazione” della Gregoracci viene fatta facendole fare spot pubblicitari.

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