martedì 8 gennaio 2008

Cantico di Natale

Dove si parla di pena di morte e dell'intrinseca fallacia dei sondaggi










Mentre pastorelli, acquaioli e vasai si affollano all’entrata della grotta dove è nato il Bambinello, e Maria e Giuseppe, tutti compresi nella loro gioia stupefatta, timidamente sorridono, compiaciuti e timorosi, alle altre statuette quietamente festanti, il telegiornale, che poco fa aveva dato la notizia che un falegname meno noto di quello succitato ha ucciso e fatto a pezzi la figlia di un notaio nel Nord-Est, adesso sottolinea con orgogliosa enfasi il fondamentale ruolo svolto dall’Italia nella approvazione da parte dell’ONU della moratoria universale della pena di morte.
Collocati spazialmente in maniera equidistante fra il presepio e il televisore, gli anziani parenti con cui passo il Natale, che hanno appena finito di augurare all’autore dell’efferato delitto il patibolo preceduto da feroci torture, ora nel cuore sentono affiorare emozioni da Miglio verde e concordemente, spinti da un autentico sentimento di pietà, invocano salva la vita per tutti i Caini del mondo. E negano sdegnosamente di essere in contraddizione con se stessi quando chiedo se hanno dunque ripreso consapevolezza di essere, in quanto italiani, portatori di valori che affondano nella pietas latina, nel pensiero cristiano e nell’Illuminismo del Beccaria: non hanno cambiato idea sul macellaio di carne umana. In quel caso, ribadiscono, non v’è dubbio che la morte, per sedia elettrica o iniezione letale, per impiccagione o fucilazione, sia l’unica risposta possibile. Se proprio vengono messi alle strette, tentano giustificazioni e distinguo ma, più che altro, appaiono stupiti dalle mie eccezioni: non rilevano alcuna connessione fra le due cose, non vedono in questo omicida nulla che possa ricondurlo alla categoria del condannato a morte che quando lo vedi in tv ti si stringe il cuore, e continuano così a invocare, senza alcuna remora o nevrosi, la forca per l’omicida e la grazia per il condannato.

Anche se siamo un paese abolizionista e anche se abbiamo recentemente modificato la Costituzione per cancellare la pena di morte pure dal codice penale militare, un sondaggio svolto nel 1982 dalla Doxa su commissione dall’Istituto Cattaneo, mostrava come il 58% degli italiani fossero favorevoli a vedere tornare in azione il boia. Sondaggi più recenti, seppur meno autorevoli, non segnalano sostanziali mutamenti di opinione.

Eppure, facendomi credito di fiducia e dando per buone le cose che ho poc’anzi riferito, non credete anche voi che si potrebbe con gran facilità buttare giù un questionario, con tanto di efficacissime domande di controllo, dal quale ottenere dai miei parenti risposte certissime di convincimenti irrevocabili sia a favore che contro la pena di morte?
E se l’atteggiamento dei miei parenti non fosse raro ma fosse invece diffuso, non dovremmo arrivare alla conclusione che viviamo in un epoca che per sopravvivere ci costringe ad accogliere in noi opinioni diverse e finanche intrinsecamente contraddittorie?
E non vorrebbe questo dire che l’italiano medio non è altro che una fantasmatica rappresentazione statistica, dal peso politico imprecisato e variabilissimo, stiracchiabile a piacere, che ha come unico valore il costo dei sondaggi? E che, dunque, non esiste un limite netto fra i sondaggi confezionati e quelli onesti, ma che piuttosto tutti sono in diverso grado onesti e confezionati ad un tempo, visto che tutte le convinzioni o quasi possono convivere pacificamente nel cuore degli individui e manifestarsi quando vengono evocate?

Mi direte: anche a farti credito i tuoi parenti oltre che anziani si devono essere anche un bel po’ rimbambiti, come vuoi che facciano testo?
Vorrei tanto potervi dare retta! Il fatto è che in questo giorno di Natale ho visto manifestarsi davanti ai miei occhi, e con una concretezza che mai avrei potuto immaginare, la società della paratassi perfetta. I fantasmi evocati da Marshall McLuhan, il sincretismo imperiale, l’omologazione assoluta, le chiacchiere da bar assunte a misura delle cose, le opinioni sganciate da ogni fatto e da ogni ragionamento, il diritto di coesistenza pacifica assicurato ad opinioni in guerra fra loro, partigiani e repubblichini uguali nella morte, Madre Teresa e Moana Pozzi sante subito, cazzo il telefonino non c’ha campo ma via le antenne da dietro casa mia, no agli inceneritori e alle discariche e viva le posate di plastica, limite di velocità a 130 all’ora e nessuno che prenda in considerazione auto che facciano meno dei 160, l’auto d’obbligo per percorrere 500 metri e il “ma perché nessuno fa niente per il traffico”, “poveri bambini africani” e “state lontani dalle nostre coste”...
È Natale e siamo tutti un po’ più buoni, ancora una carteddate, prego.

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